(dalla Relazione di Progetto)
“Si aprì il Tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel
Tempio l’Arca della sua Alleanza.
Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di
sole,
con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di
dodici stelle”
(Dal Libro dell’Apocalisse di San Giovanni 11,19; 12,1-6.10)
Il progetto dichiara una grande fiducia nello spirito
dell’architettura, negli sviluppi della scienza costruttiva
e
della percezione; lo spazio e le relazioni che il progetto
ricerca - tra la spiritualità propria degli edifici sacri
del passato e la
forma elaborata con strumenti tecnici e di
lettura/percettivi contemporanei - lasciano intenzionalmente
indefiniti ed irrisolti alcuni aspetti cardine dell’idea.
Il progetto per la nuova Chiesa Sussidiaria della
Parrocchia di San Nicolò a Trebbia è il progetto di un
percorso fisico e ideale tra il livello della Terra,
profondo, umano e materiale e l’ascesa nella Luce,
verticale, celeste e spirituale.
Maria Madre della Chiesa, a cui è dedicata la costruzione
dello spazio sacro, accompagna in questo passaggio con la
sua presenza sempre tangibile, già dal livello interrato,
nello spazio di raccolta della Comunità Parrocchiale, il
salone polifunzionale-auditorium; attraverso il livello
‘costruito’ del suolo dell’Assemblea e del sagrato, Maria
sale a presenziare materna e leggera alla Celebrazione, al
cui svolgimento i suoi fedeli sono rivolti nella
disposizione a pianta circolare dell’Aula.
La scelta della pianta centrale è alla base del progetto:
tipologia derivata dal cerchio e dall’ottagono.
Il primo è la forma perfetta per eccellenza, fusione tra
inizio e fine; il secondo allude all'eterno, nel ricordo
dell'ultimo giorno,
l'ottavo, in cui si avrà la resurrezione di Cristo.
L’involucro interno di forma circolare, che contiene l’Aula
centrale, è abbracciato da un deambulatorio che la circonda,
filtro con l’esterno, allungandosi ed estendendosi
idealmente all’infinito e collegando la Chiesa e il sagrato
agli spazi attorno; in tal modo il complesso è legato al
costruito del paese e si integra ad un tessuto edificato
disomogeneo.
L’Ambulacro è nel suo percorso momento di aggregazione e pausa, al riparo dall’ esterno, dove il fedele può iniziare a vivere nella comunità della Chiesa.
Gli accessi sono tre: un accesso principale rivolto a
Ovest, proteso all’orizzonte verso l’espansione urbana
cittadina;
un accesso secondario che immagina un percorso - in futuro
realizzabile - dalla Piazza al Sagrato;
infine un terzo accesso con i ponti che attraversano l’acqua
che sgorga dal Fonte Battesimale verso lo spazio esterno e
chiamano a raccolta la comunità in un movimento attrattore a
spirale, con fulcro nella scultura Mariana che sale dalla
Terra, dal
livello naturalmente ribassato su cui poggia.
Il Sagrato e la sistemazione delle aree esterne sono la
proiezione graduale verso la comunità della spiritualità e
della
Fede che nasce e vive nello spazio protetto e intimo della
nuova Chiesa Sussidiaria.
La depressione del terreno di circa 4 metri di dislivello
rispetto alla zona circostante ed alla strada
limitrofa, facilita la realizzazione del piano interrato
dell’edificio, ove trova collocazione il salone
polifunzionale, i
locali di servizio e le pertinenze. Il rimanente spazio sarà
destinato ad autorimessa (60 posti auto) con rampe di
accesso e di uscita ed elevatori meccanici.
Attorno al ‘cuore’ dell’edificio sacro, Maria, al livello
0.00 m e al livello ‐4.00 m, si collocano le aree e le
attività
collaterali: trovano spazio la Sacrestia, i servizi, la casa
canonica e gli edifici per attività integrative, in un lento
e
rigoroso svolgersi di attività incentrate al dialogo tra il
Culto e la vita comunitaria.
I percorsi, i camminamenti e le processioni liturgiche nelle
celebrazioni sottolineano il cammino di salvezza e di
incontro con Maria, Donna vestita di Luce, che ha origine
nel foyer dell’auditorium al livello interrato, si snoda e
si
articola attraverso i corpi di risalita e le rampe di scale
che collegano la quota ‐4.00 m. al livello del sagrato e
dell’Aula.
Attraverso la piazza entrano nell’Ambulacro e infine
nell’Aula dove la Luce dapprima filtrata, rarefatta,
contenuta e soffusa - a trasmettere l’avvicinamento al
fulcro del cammino - inonda lo spazio dell’Aula, proviene
dall’Alto ed illumina a giorno la statua Mariana, volto e
corpo di Maria divenuto Tabernacolo.
Il grande sagrato insieme al corpo della Chiesa coopera a
creare il luogo della comunità, raccogliendo il quartiere,
indirizzando la percezione del fedele verso gli
elementi-soglia architettonici che suggeriscono l’incontro
con Dio e con Maria, più che verso la monumentalità
dell’edificio. In questo luogo di accoglienza e di commiato,
tutto parla del passaggio tra la città degli uomini e i
luoghi dell’assemblea, anticipandone il valore collettivo.
Esso è l’ambito della mediazione tra sacro e profano, è il
diaframma spaziale che consente il salto di scala tra le
misure dell’architettura e quelle del contesto: i setti
strutturali si trasformano in tracce di pavimentazione
aperti a raggiera verso il quartiere; la copertura si piega
fino a toccare il suolo; l’acqua che sgorga dal Fonte
Battesimale supera le pareti dell’edificio e invade lo
spazio della piazza. Nessun elemento disturba l’accadere di
questa transizione, che avviene in silenzio, sotto gli occhi
del fedele.
Il sagrato, spazio della sosta, del convenire e della
preparazione alla preghiera, è un plateau ininterrotto, un
luogo vibrante di relazioni, non già fisiche ma percettive,
dove il vuoto si traduce in contemplazione e il silenzio
dello spazio aperto in raccoglimento. L’ampio bacino d’acqua
che cinge il fianco dell’edificio rivolto alla città,
protegge e virtualmente alimenta il mistero che in esso
alberga: il frutto di Maria, il corpo di Cristo, la salvezza
che nasce dal fonte. Il ‘passaggio sull’acqua’ è già
anticipazione della purificazione del fedele, prima tappa
del percorso iniziatico che prosegue con la Via Crucis.
L’acqua infine è riflesso, è la superficie di contatto che
gestisce il dialogo tra strutture verticali e orizzontali,
tra il velo della copertura e la pavimentazione, tra terra e
cielo, tra Uomo e Dio.
La Galleria a cielo aperto: l’intimità della vita
quotidiana.
Il progetto degli spazi aperti considera una seconda
dimensione dell’edificio sacro, più quotidiana e più intima
di quella che si attua alla quota della città. Alla quota
ribassata sono destinati gli spazi della socialità che
gravitano intorno alla canonica e all’auditorium.
Contrapposto al sagrato, questo luogo è il fulcro della
micro urbanità interna al comparto, delimitato e protetto
dai corpi di fabbrica e dal dislivello del suolo, e tuttavia
in relazione percettiva con i luoghi della Celebrazione.
Una frattura nella terra, dalla quale si eleva la veste di
Maria, genera una galleria a cielo aperto: come il sagrato,
anch’essa si configura quale spazio-cerniera, deputato a
gestire le relazioni con il settore nord dell’ambito di
intervento. Aree porticate, giardini a patio, foyer
all’aperto: luoghi di convivenza organizzata tra funzioni
diverse, rigorosamente pedonali, pensati per accogliere la
vita del quartiere nella sua articolazione e complessità. I
giardini, ispirati alla tipologia dell’Hortus Conclusus e
del Giardino dei Semplici, ospiteranno una varietà di erbe
officinali oltre ad essenze, sia annuali che perenni, care
al culto mariano, tra cui: Laurus nobilis (alloro), Myrtus
communis (mirto), Punica granatum (melograno), Convallaria
majalis (mughetto), Dianthus L. (garofano), Iris spp.
(iris), Lilium candidum (giglio della Madonna), Rosa spp.
(rosa in varietà), Triticum spp. (grano), Viola alba (viola
bianca).
Nel nuovo edificio sacro potranno trovare spazio sia opere d’arte contemporanea, figurativa o astratta, sia opere d’Arte Sacra classica provenienti dai Beni della Diocesi o dalla Parrocchia stessa, a rappresentare la continuità e il legame con la ‘Chiesa Madre’. In questa fase di progetto si sono realizzati alcuni studi progettuali per le stazioni della Via Crucis e per il Fonte Battesimale e sono state proposte alcune suggestioni per la grande Immagine-Scultura Mariana.
(dalla Relazione Liturgica)
La struttura dell’aula celebrativa è stata pensata ad aula
unica, luogo dove si riunisce la comunità cristiana; la sua
forma circolare permette all’assemblea di esprimere la sua
funzione di popolo celebrante che cammina con il suo
Signore.
Gli spazi ben articolati tra loro portano dall’Ambulacro
all’Altare che è il centro dell’azione liturgica(1).
L’Ambulacro è stato voluto come luogo che prepara
l’ingresso all’aula celebrativa, un “filtro” tra l’esterno e
l’interno
dove il fedele può essere aiutato ad entrare nell’incontro
con il Divino. L’Ambulacro permette anche un ideale
cammino che il popolo pellegrinante compie per incontrare il
suo Signore. L’Ambulacro è preceduto dal sagrato, che è
stato pensato ricco di simboli e di significati; si pensi al
prolungamento della vasca battesimale, con tutta la
simbologia
che racchiude. Il sagrato come punto di raccolta e di
accoglienza, permette il passaggio visibile tra il luogo
ordinario
dove la comunità viaggia, lavora e abita, al tempio che è il
luogo dello straordinario dove sostare per l’incontro con
Dio.
La Via Crucis parte dal luogo del Fonte Battesimale e si
conclude nell’Aula celebrativa, percorrendo tutto
l’Ambulacro.
Tra il luogo della nascita cristiana, ed il luogo della
Celebrazione dell’Eucarestia, fonte e culmine della nostra
Fede, viene collocata la Passione del Signore; affinché i
fedeli si associno al Signore e vivano con Lui l’esperienza
e la sintesi del grande amore che ha dimostrato per noi.
La preghiera della Via Crucis richiede un movimento ed un
cammino, per far rivivere al fedele lo stesso tragitto
vissuto dal Signore Gesù; questo percorso permette
all’orante di partire dal luogo della sua salvezza, il Fonte
Battesimale, percorrendo gli eventi della Passione del
Signore per arrivare al fulcro della Salvezza, la
Celebrazione Eucaristica.
Si è scelto di raffigurare la Via Crucis “Biblica”, che
presenta alcune varianti rispetto alla via crucis
“classica”, perché
recupera alcune scene importanti e significative
nell’economia salvifica. Il papa Giovanni Paolo II nel 1991
usò per la
prima volta questo schema. La dodicesima stazione ci
coinvolge in modo particolare, dove Gesù affida a Maria la
comunità dei credenti, nella persona dell’apostolo Giovanni,
e affida Giovanni, quindi la comunità dei credenti, alla
Madre. La meditazione proposta dall’ufficio delle
celebrazioni liturgiche del sommo pontefice affermava:
“Dalla croce,
nuovo albero della vita, nasce il popolo nuovo”.
Il simbolo che ricorre in tutte le formelle è l’ottagono,
simbolo dell’ ottavo giorno, il compimento della salvezza;
figura geometrica che è situata tra il cerchio che
rappresenta il cielo ed il quadrato segno della terra.
Nelle formelle viene evidenziato il tragico gioco vissuto
dai personaggi, quindi è percepibile la lotta tra luce e
tenebre,
tra il bene ed il male, la vita oltraggiata dagli uomini e
la vita di Dio donata.
Le formelle saranno costruite in piombo, metallo morbido che
ricorda l’umanità e la fragilità della carne. Il piombo è il
metallo associato all’inverno, alla morte, al riposo e alla
spogliazione della natura. Nell’arte contemporanea viene
utilizzato perché povero, maneggevole e “spontaneo”,
caratteristiche che lo rendono vicino alla sensibilità
umana.
Il Fonte Battesimale è stato collocato vicino all’ingresso
laterale destro, collegato con l’aula delle celebrazioni e
visibile
all’assemblea. Il battistero è stato pensato su due livelli:
il secondo per creare la vasca che permettere i battesimi
per
immersione, il primo che restando all’asciutto permette il
battesimo per infusione o per permette ai padrini
l’accompagnamento del battezzando fino alla soglia del
fonte. Durante le celebrazioni il fonte rimane visibile a
tutta
l’assemblea, inoltre sarà semplice per i celebranti avviarsi
alla vasca battesimale per la benedizione dell’acqua, per
celebrare i battesimi o solo per attingere acqua per
aspersione dell’assemblea. Il Cero pasquale su un
piedistallo
mobile viene collocato a fianco della vasca ben visibile
all’assemblea(2) ma può essere collocato vicino all’Ambone
nel
tempo liturgico dopo la Pasqua.
L’Altare, punto centrale per tutti i fedeli, viene
collocato al centro della grande aula affinché ci si possa
raccogliere
attorno l’intera comunità celebrante. È il segno permanente
della presenza del Cristo sacerdote e vittima ed è segno
di unità e carità. Illuminato dal grande lucernario, sarà
naturale per il fedele rivolgere lo sguardo alla mensa segno
di
salvezza che il Padre ha pensato per i suoi figli(3).
Il luogo proprio della Parola di Dio viene collocato in un
suo spazio apposito, nel presbiterio, visibile a tutta
l’assemblea. Pensato come luogo solenne ed importante dove
si possa intronizzare la Parola dopo la processione con
Evangelario(4).
La sede per la Presidenza di colui che guida la preghiera è
stata pensata come luogo integrante nell’assemblea e nello
stesso tempo si è dato un rilievo che caratterizza la
funzione del ministro. Intorno alla sede è possibile
collocare
sgabelli per la concelebrazione o per i ministranti(5). Per
dare centralità alla sede si è preferito sgabelli mobili.
La scultura mariana “Maria Madre della Chiesa” è stata
concepita dietro al presbiterio, come immagine che richiama
la dedicazione della Chiesa e
segno che motiva la nostra fede. La grande scultura, che ha
la sua base nelle fondamenta della chiesa stessa, assume il
segno di questa Madre “terrena” che ci eleva a Dio, portando
in se l’autore della vita, lo stesso suo Signore, Cristo
Gesù.
Il Tabernacolo è inserito nella scultura mariana. Maria ha
custodito la Parola che si è fatta carne e si è sempre fatta
partecipe della missione salvifica del Figlio. Per questo si
è pensato di inserire il Tabernacolo in questa scultura,
richiamando le litanie bibliche Maria Tabernacolo
dell’Altissimo.
La Croce viene collocata sopra l’altare appesa al soffitto.
Dalla navata centrale, la croce apparirà come corpo
integrante della scultura mariana che è posta dietro
all’altare. Il segno compiuto della salvezza di Cristo,
viene ad arricchire l’immagine di Maria; completando, cosi,
il dono del Padre iniziato nella Madre.
La cappella dell’Adorazione Eucaristica. Si è pensato ad
una cappella per l’Adorazione dell’Eucaristia non separata
dall’aula; un luogo integrato e nello stesso
tempo apposito per il raccoglimento e la preghiera personale
e silenziosa(6). Le panche rivolte al Tabernacolo
permettono anche la partecipazione attiva all’assemblea.
La cappella del Sacramento della Confessione. Il luogo
della confessione viene idealmente a continuare l’Ambulacro,
segno del penitente, che confessa il proprio
limite per accedere alla celebrazione e al perdono. Pensato
come spazio a parte, ma visibile dall’assemblea, uno spazio
vivo , moderno con luce naturale dove i confessionali
presentano un punto per l’accoglienza ed un luogo per la
celebrazione della Confessione(7).
Le panche formano una corona intorno all’Altare, che
permettono all’assemblea di partecipare attivamente a tutti
i
momenti della liturgia, diversi corridoi permettono lo
spostamento dei fedeli per accedere al sacramento della
Comunione, durante le celebrazioni Eucaristiche(8). Alcune
panche sono state collocate anche davanti all’organo
affinché possano essere utilizzate dal coro, che è pensato
come parte integrante dell’assemblea, o possano essere
utilizzate come posto privilegiato per i più piccoli, oppure
per una celebrazione della Parola con pochi fedeli, avendo
l’Ambone sempre ben visibile.
La Sacrestia è stata pensata ampia ed accogliente, luogo
dei paramenti e delle suppellettili, ma anche luogo
dell’accoglienza dei celebranti. Al suo interno è stato
collocato un servizio igienico ad uso dei fedeli ed un
ripostiglio per
il ricovero degli strumenti che servono per la pulizia della
Chiesa. A fianco della porta d’ingresso viene collocata la
credenza per il servizio all’Altare(9).
Lo spazio per l’Organo è stato pensato in continuità con il
perimetro della chiesa, affinché divenga parte integrante e
oggetto di arredo oltre che a compiere la sua funzione di
accompagnare con il suono le celebrazioni liturgiche. Vicino
alla zona del coro si viene così a creare uno spazio pensato
per la musica, ma la sua dimensione ne fa un ottimo spazio
per altre occasioni, ad esempio la messa dei bambini o
situazioni in cui si può stare più vicini alla celebrazione.
1 CEI “LA PROGETTAZIONE DI NUOVE CHIESE” Nota Pastorale
Commissione Episcopale per la Liturgia Roma, 18
febbraio 1993. Art 1 e 5
2 Ibidem, Art. 11
3 Ibidem, Art. 8
4 Ibidem, Art. 9
5 Ibidem, Art. 10
6 Ibidem, Art. 13
7 Ibidem, Art. 12
8 Ibidem, Art. 14
9 Ibidem, Art. 19
(dalla Relazione Procedurale)
Fin dalla fase preliminare di progetto si è tenuto in forte
considerazione l’obiettivo di massimizzare la sostenibilità
ambientale dell’organismo ecclesiastico delineando a livello
di massima le soluzioni e le strategie di ecocompatibilità
da approfondire nelle successive fasi.
La forma circolare della struttura permette
un’ottimizzazione del rapporto fra volumi e superfici,
minimizzando le dispersioni energetiche. Per la stessa
finalità lo sviluppo della vela di copertura sarà maggiore
sul fronte sud e minore sul fronte nord; la stessa avrà
inoltre la funzione di creare un cappotto di isolamento
continuo per l’intera struttura.
Il pozzo di luce troncoconico fungerà, nel periodo estivo
tramite l’apertura automatica del lucernario, da 'camino
ventilante' determinando la fuoriuscita dell’aria più calda
e l’ingresso di aria fresca prelevata dal livello
seminterrato tramite griglie di areazione con apertura
automatizzata.
Le superfici trasparenti verranno inserite nel manto di
copertura prevalentemente sul fronte sud in modo da rendere
possibile nella stagione estiva, in corrispondenza di una
maggiore altezza del sole sull’orizzonte, un completo
ombreggiamento tramite frangisoli fissi e nel periodo
invernale l’ingresso della radiazione solare e il
riscaldamento passivo degli ambienti interni.
La tipologia di vetrata sarà scelta in funzione del fronte
di orientamento, basso emissivo sul fronte nord e sud, e
selettivo a controllo solare per i fronti est ed ovest per
evitare i fenomeni di surriscaldamento estivo.
Ad integrazione del riscaldamento passivo durante il periodo
invernale, è prevista l’installazione di un sistema di
riscaldamento a pavimento a bassa inerzia termica tale da
permettere un funzionamento discontinuo centrato negli orari
di effettivo utilizzo della struttura. Questo sarà
alimentato tramite caldaia ad alta efficienza (condensazione
a metano o pompa di calore aria/acqua elettrica) con
integrazione da solare termico.
Nello sviluppo del progetto si procederà ad eseguire
un’analisi atta ad una valutazione quantitativa e
all’ottimizzazione di tali strategie di climatizzazione
passiva.
Per l’illuminazione delle zone interne ed esterne della
chiesa è previsto l’impiego di un sistema basato su LED ad
alta potenza.
Tale tecnologia permetterà un risparmio energetico ed
economico garantendo al contempo una migliore qualità
cromatica della luce emessa e rendendo possibile una
gestione programmata e automatizzata di scenari luminosi che
accompagneranno l’alternanza dei momenti di contemplazione
visiva a quelli di raccoglimento spirituale.
In alcune parti di copertura esposte a sud sarà
completamente integrata una pellicola fotovoltaica a film
sottile che, oltre ad avere un impatto ambientale nella fase
di produzione decisamente minore rispetto ai pannelli al
silicio, permetterà grazie alla sua caratteristica
flessibilità di seguire le sinuosità del manto di copertura
senza creare discontinuità.
I materiali da impiegare (coperture, strutture portanti,
isolanti, finiture) saranno oggetto di approfondita analisi
LCA del ciclo di vita (produzione - trasporto - uso -
riciclo - riuso o dismissione) al fine di individuare le
soluzioni che coniughino alle esigenze architettoniche la
più elevata performance ambientale.