© MARCO CIVARDI

(dalla Relazione di Progetto)

© MARCO CIVARDI

“Si aprì il Tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel Tempio l’Arca della sua Alleanza.
Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole,
con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle”
(Dal Libro dell’Apocalisse di San Giovanni 11,19; 12,1-6.10)

© MARCO CIVARDI

Il progetto dichiara una grande fiducia nello spirito dell’architettura, negli sviluppi della scienza costruttiva e
della percezione; lo spazio e le relazioni che il progetto ricerca - tra la spiritualità propria degli edifici sacri del passato e la
forma elaborata con strumenti tecnici e di lettura/percettivi contemporanei - lasciano intenzionalmente indefiniti ed irrisolti alcuni aspetti cardine dell’idea.

© MARCO CIVARDI

Il progetto per la nuova Chiesa Sussidiaria della Parrocchia di San Nicolò a Trebbia è il progetto di un percorso fisico e ideale tra il livello della Terra, profondo, umano e materiale e l’ascesa nella Luce, verticale, celeste e spirituale.
Maria Madre della Chiesa, a cui è dedicata la costruzione dello spazio sacro, accompagna in questo passaggio con la sua presenza sempre tangibile, già dal livello interrato, nello spazio di raccolta della Comunità Parrocchiale, il salone polifunzionale-auditorium; attraverso il livello ‘costruito’ del suolo dell’Assemblea e del sagrato, Maria sale a presenziare materna e leggera alla Celebrazione, al cui svolgimento i suoi fedeli sono rivolti nella disposizione a pianta circolare dell’Aula.

© MARCO CIVARDI

La scelta della pianta centrale è alla base del progetto: tipologia derivata dal cerchio e dall’ottagono.
Il primo è la forma perfetta per eccellenza, fusione tra inizio e fine; il secondo allude all'eterno, nel ricordo dell'ultimo giorno,
l'ottavo, in cui si avrà la resurrezione di Cristo.
L’involucro interno di forma circolare, che contiene l’Aula centrale, è abbracciato da un deambulatorio che la circonda, filtro con l’esterno, allungandosi ed estendendosi idealmente all’infinito e collegando la Chiesa e il sagrato agli spazi attorno; in tal modo il complesso è legato al costruito del paese e si integra ad un tessuto edificato disomogeneo.

© MARCO CIVARDI

L’Ambulacro è nel suo percorso momento di aggregazione e pausa, al riparo dall’ esterno, dove il fedele può iniziare a vivere nella comunità della Chiesa.

© MARCO CIVARDI

Gli accessi sono tre: un accesso principale rivolto a Ovest, proteso all’orizzonte verso l’espansione urbana cittadina;
un accesso secondario che immagina un percorso - in futuro realizzabile - dalla Piazza al Sagrato;
infine un terzo accesso con i ponti che attraversano l’acqua che sgorga dal Fonte Battesimale verso lo spazio esterno e chiamano a raccolta la comunità in un movimento attrattore a spirale, con fulcro nella scultura Mariana che sale dalla Terra, dal
livello naturalmente ribassato su cui poggia.

© MARCO CIVARDI

Il Sagrato e la sistemazione delle aree esterne sono la proiezione graduale verso la comunità della spiritualità e della
Fede che nasce e vive nello spazio protetto e intimo della nuova Chiesa Sussidiaria.

© MARCO CIVARDI

La depressione del terreno di circa 4 metri di dislivello rispetto alla zona circostante ed alla strada
limitrofa, facilita la realizzazione del piano interrato dell’edificio, ove trova collocazione il salone polifunzionale, i
locali di servizio e le pertinenze. Il rimanente spazio sarà destinato ad autorimessa (60 posti auto) con rampe di
accesso e di uscita ed elevatori meccanici.
Attorno al ‘cuore’ dell’edificio sacro, Maria, al livello 0.00 m e al livello ‐4.00 m, si collocano le aree e le attività
collaterali: trovano spazio la Sacrestia, i servizi, la casa canonica e gli edifici per attività integrative, in un lento e
rigoroso svolgersi di attività incentrate al dialogo tra il Culto e la vita comunitaria.
I percorsi, i camminamenti e le processioni liturgiche nelle celebrazioni sottolineano il cammino di salvezza e di
incontro con Maria, Donna vestita di Luce, che ha origine nel foyer dell’auditorium al livello interrato, si snoda e si
articola attraverso i corpi di risalita e le rampe di scale che collegano la quota ‐4.00 m. al livello del sagrato e dell’Aula.
Attraverso la piazza entrano nell’Ambulacro e infine nell’Aula dove la Luce dapprima filtrata, rarefatta, contenuta e soffusa - a trasmettere l’avvicinamento al fulcro del cammino - inonda lo spazio dell’Aula, proviene dall’Alto ed illumina a giorno la statua Mariana, volto e corpo di Maria divenuto Tabernacolo.

© MARCO CIVARDI

Il grande sagrato insieme al corpo della Chiesa coopera a creare il luogo della comunità, raccogliendo il quartiere, indirizzando la percezione del fedele verso gli elementi-soglia architettonici che suggeriscono l’incontro con Dio e con Maria, più che verso la monumentalità dell’edificio. In questo luogo di accoglienza e di commiato, tutto parla del passaggio tra la città degli uomini e i luoghi dell’assemblea, anticipandone il valore collettivo. Esso è l’ambito della mediazione tra sacro e profano, è il diaframma spaziale che consente il salto di scala tra le misure dell’architettura e quelle del contesto: i setti strutturali si trasformano in tracce di pavimentazione aperti a raggiera verso il quartiere; la copertura si piega fino a toccare il suolo; l’acqua che sgorga dal Fonte Battesimale supera le pareti dell’edificio e invade lo spazio della piazza. Nessun elemento disturba l’accadere di questa transizione, che avviene in silenzio, sotto gli occhi del fedele.
Il sagrato, spazio della sosta, del convenire e della preparazione alla preghiera, è un plateau ininterrotto, un luogo vibrante di relazioni, non già fisiche ma percettive, dove il vuoto si traduce in contemplazione e il silenzio dello spazio aperto in raccoglimento. L’ampio bacino d’acqua che cinge il fianco dell’edificio rivolto alla città, protegge e virtualmente alimenta il mistero che in esso alberga: il frutto di Maria, il corpo di Cristo, la salvezza che nasce dal fonte. Il ‘passaggio sull’acqua’ è già anticipazione della purificazione del fedele, prima tappa del percorso iniziatico che prosegue con la Via Crucis. L’acqua infine è riflesso, è la superficie di contatto che gestisce il dialogo tra strutture verticali e orizzontali, tra il velo della copertura e la pavimentazione, tra terra e cielo, tra Uomo e Dio.

© MARCO CIVARDI

La Galleria a cielo aperto: l’intimità della vita quotidiana.
Il progetto degli spazi aperti considera una seconda dimensione dell’edificio sacro, più quotidiana e più intima di quella che si attua alla quota della città. Alla quota ribassata sono destinati gli spazi della socialità che gravitano intorno alla canonica e all’auditorium. Contrapposto al sagrato, questo luogo è il fulcro della micro urbanità interna al comparto, delimitato e protetto dai corpi di fabbrica e dal dislivello del suolo, e tuttavia in relazione percettiva con i luoghi della Celebrazione.
Una frattura nella terra, dalla quale si eleva la veste di Maria, genera una galleria a cielo aperto: come il sagrato, anch’essa si configura quale spazio-cerniera, deputato a gestire le relazioni con il settore nord dell’ambito di intervento. Aree porticate, giardini a patio, foyer all’aperto: luoghi di convivenza organizzata tra funzioni diverse, rigorosamente pedonali, pensati per accogliere la vita del quartiere nella sua articolazione e complessità. I giardini, ispirati alla tipologia dell’Hortus Conclusus e del Giardino dei Semplici, ospiteranno una varietà di erbe officinali oltre ad essenze, sia annuali che perenni, care al culto mariano, tra cui: Laurus nobilis (alloro), Myrtus communis (mirto), Punica granatum (melograno), Convallaria majalis (mughetto), Dianthus L. (garofano), Iris spp. (iris), Lilium candidum (giglio della Madonna), Rosa spp. (rosa in varietà), Triticum spp. (grano), Viola alba (viola bianca).

© MARCO CIVARDI

Nel nuovo edificio sacro potranno trovare spazio sia opere d’arte contemporanea, figurativa o astratta, sia opere d’Arte Sacra classica provenienti dai Beni della Diocesi o dalla Parrocchia stessa, a rappresentare la continuità e il legame con la ‘Chiesa Madre’. In questa fase di progetto si sono realizzati alcuni studi progettuali per le stazioni della Via Crucis e per il Fonte Battesimale e sono state proposte alcune suggestioni per la grande Immagine-Scultura Mariana.

© MARCO CIVARDI

(dalla Relazione Liturgica)

© MARCO CIVARDI

La struttura dell’aula celebrativa è stata pensata ad aula unica, luogo dove si riunisce la comunità cristiana; la sua forma circolare permette all’assemblea di esprimere la sua funzione di popolo celebrante che cammina con il suo
Signore.
Gli spazi ben articolati tra loro portano dall’Ambulacro all’Altare che è il centro dell’azione liturgica(1).

© MARCO CIVARDI

L’Ambulacro è stato voluto come luogo che prepara l’ingresso all’aula celebrativa, un “filtro” tra l’esterno e l’interno
dove il fedele può essere aiutato ad entrare nell’incontro con il Divino. L’Ambulacro permette anche un ideale
cammino che il popolo pellegrinante compie per incontrare il suo Signore. L’Ambulacro è preceduto dal sagrato, che è
stato pensato ricco di simboli e di significati; si pensi al prolungamento della vasca battesimale, con tutta la simbologia
che racchiude. Il sagrato come punto di raccolta e di accoglienza, permette il passaggio visibile tra il luogo ordinario
dove la comunità viaggia, lavora e abita, al tempio che è il luogo dello straordinario dove sostare per l’incontro con
Dio.

© MARCO CIVARDI

La Via Crucis parte dal luogo del Fonte Battesimale e si conclude nell’Aula celebrativa, percorrendo tutto l’Ambulacro.
Tra il luogo della nascita cristiana, ed il luogo della Celebrazione dell’Eucarestia, fonte e culmine della nostra Fede, viene collocata la Passione del Signore; affinché i fedeli si associno al Signore e vivano con Lui l’esperienza e la sintesi del grande amore che ha dimostrato per noi.
La preghiera della Via Crucis richiede un movimento ed un cammino, per far rivivere al fedele lo stesso tragitto vissuto dal Signore Gesù; questo percorso permette all’orante di partire dal luogo della sua salvezza, il Fonte Battesimale, percorrendo gli eventi della Passione del Signore per arrivare al fulcro della Salvezza, la Celebrazione Eucaristica.
Si è scelto di raffigurare la Via Crucis “Biblica”, che presenta alcune varianti rispetto alla via crucis “classica”, perché
recupera alcune scene importanti e significative nell’economia salvifica. Il papa Giovanni Paolo II nel 1991 usò per la
prima volta questo schema. La dodicesima stazione ci coinvolge in modo particolare, dove Gesù affida a Maria la
comunità dei credenti, nella persona dell’apostolo Giovanni, e affida Giovanni, quindi la comunità dei credenti, alla
Madre. La meditazione proposta dall’ufficio delle celebrazioni liturgiche del sommo pontefice affermava: “Dalla croce,
nuovo albero della vita, nasce il popolo nuovo”.
Il simbolo che ricorre in tutte le formelle è l’ottagono, simbolo dell’ ottavo giorno, il compimento della salvezza; figura geometrica che è situata tra il cerchio che rappresenta il cielo ed il quadrato segno della terra.
Nelle formelle viene evidenziato il tragico gioco vissuto dai personaggi, quindi è percepibile la lotta tra luce e tenebre,
tra il bene ed il male, la vita oltraggiata dagli uomini e la vita di Dio donata.
Le formelle saranno costruite in piombo, metallo morbido che ricorda l’umanità e la fragilità della carne. Il piombo è il
metallo associato all’inverno, alla morte, al riposo e alla spogliazione della natura. Nell’arte contemporanea viene
utilizzato perché povero, maneggevole e “spontaneo”, caratteristiche che lo rendono vicino alla sensibilità umana.

© MARCO CIVARDI

Il Fonte Battesimale è stato collocato vicino all’ingresso laterale destro, collegato con l’aula delle celebrazioni e visibile
all’assemblea. Il battistero è stato pensato su due livelli: il secondo per creare la vasca che permettere i battesimi per
immersione, il primo che restando all’asciutto permette il battesimo per infusione o per permette ai padrini
l’accompagnamento del battezzando fino alla soglia del fonte. Durante le celebrazioni il fonte rimane visibile a tutta
l’assemblea, inoltre sarà semplice per i celebranti avviarsi alla vasca battesimale per la benedizione dell’acqua, per
celebrare i battesimi o solo per attingere acqua per aspersione dell’assemblea. Il Cero pasquale su un piedistallo
mobile viene collocato a fianco della vasca ben visibile all’assemblea(2) ma può essere collocato vicino all’Ambone nel
tempo liturgico dopo la Pasqua.

© MARCO CIVARDI

L’Altare, punto centrale per tutti i fedeli, viene collocato al centro della grande aula affinché ci si possa raccogliere
attorno l’intera comunità celebrante. È il segno permanente della presenza del Cristo sacerdote e vittima ed è segno
di unità e carità. Illuminato dal grande lucernario, sarà naturale per il fedele rivolgere lo sguardo alla mensa segno di
salvezza che il Padre ha pensato per i suoi figli(3).

© MARCO CIVARDI

Il luogo proprio della Parola di Dio viene collocato in un suo spazio apposito, nel presbiterio, visibile a tutta
l’assemblea. Pensato come luogo solenne ed importante dove si possa intronizzare la Parola dopo la processione con
Evangelario(4).

© MARCO CIVARDI

La sede per la Presidenza di colui che guida la preghiera è stata pensata come luogo integrante nell’assemblea e nello
stesso tempo si è dato un rilievo che caratterizza la funzione del ministro. Intorno alla sede è possibile collocare
sgabelli per la concelebrazione o per i ministranti(5). Per dare centralità alla sede si è preferito sgabelli mobili.

© MARCO CIVARDI

La scultura mariana “Maria Madre della Chiesa” è stata concepita dietro al presbiterio, come immagine che richiama la dedicazione della Chiesa e
segno che motiva la nostra fede. La grande scultura, che ha la sua base nelle fondamenta della chiesa stessa, assume il
segno di questa Madre “terrena” che ci eleva a Dio, portando in se l’autore della vita, lo stesso suo Signore, Cristo Gesù.

© MARCO CIVARDI

Il Tabernacolo è inserito nella scultura mariana. Maria ha custodito la Parola che si è fatta carne e si è sempre fatta
partecipe della missione salvifica del Figlio. Per questo si è pensato di inserire il Tabernacolo in questa scultura,
richiamando le litanie bibliche Maria Tabernacolo dell’Altissimo.

© MARCO CIVARDI

La Croce viene collocata sopra l’altare appesa al soffitto. Dalla navata centrale, la croce apparirà come corpo
integrante della scultura mariana che è posta dietro all’altare. Il segno compiuto della salvezza di Cristo, viene ad arricchire l’immagine di Maria; completando, cosi, il dono del Padre iniziato nella Madre.

© MARCO CIVARDI

La cappella dell’Adorazione Eucaristica. Si è pensato ad una cappella per l’Adorazione dell’Eucaristia non separata dall’aula; un luogo integrato e nello stesso
tempo apposito per il raccoglimento e la preghiera personale e silenziosa(6). Le panche rivolte al Tabernacolo
permettono anche la partecipazione attiva all’assemblea.

© MARCO CIVARDI

La cappella del Sacramento della Confessione. Il luogo della confessione viene idealmente a continuare l’Ambulacro, segno del penitente, che confessa il proprio
limite per accedere alla celebrazione e al perdono. Pensato come spazio a parte, ma visibile dall’assemblea, uno spazio
vivo , moderno con luce naturale dove i confessionali presentano un punto per l’accoglienza ed un luogo per la
celebrazione della Confessione(7).

© MARCO CIVARDI

Le panche formano una corona intorno all’Altare, che permettono all’assemblea di partecipare attivamente a tutti i
momenti della liturgia, diversi corridoi permettono lo spostamento dei fedeli per accedere al sacramento della
Comunione, durante le celebrazioni Eucaristiche(8). Alcune panche sono state collocate anche davanti all’organo
affinché possano essere utilizzate dal coro, che è pensato come parte integrante dell’assemblea, o possano essere
utilizzate come posto privilegiato per i più piccoli, oppure per una celebrazione della Parola con pochi fedeli, avendo
l’Ambone sempre ben visibile.

La Sacrestia è stata pensata ampia ed accogliente, luogo dei paramenti e delle suppellettili, ma anche luogo
dell’accoglienza dei celebranti. Al suo interno è stato collocato un servizio igienico ad uso dei fedeli ed un ripostiglio per
il ricovero degli strumenti che servono per la pulizia della Chiesa. A fianco della porta d’ingresso viene collocata la
credenza per il servizio all’Altare(9).

Lo spazio per l’Organo è stato pensato in continuità con il perimetro della chiesa, affinché divenga parte integrante e
oggetto di arredo oltre che a compiere la sua funzione di accompagnare con il suono le celebrazioni liturgiche. Vicino
alla zona del coro si viene così a creare uno spazio pensato per la musica, ma la sua dimensione ne fa un ottimo spazio
per altre occasioni, ad esempio la messa dei bambini o situazioni in cui si può stare più vicini alla celebrazione.

1 CEI “LA PROGETTAZIONE DI NUOVE CHIESE” Nota Pastorale Commissione Episcopale per la Liturgia Roma, 18
febbraio 1993. Art 1 e 5
2 Ibidem, Art. 11
3 Ibidem, Art. 8
4 Ibidem, Art. 9
5 Ibidem, Art. 10
6 Ibidem, Art. 13
7 Ibidem, Art. 12
8 Ibidem, Art. 14
9 Ibidem, Art. 19

(dalla Relazione Procedurale)

Fin dalla fase preliminare di progetto si è tenuto in forte considerazione l’obiettivo di massimizzare la sostenibilità ambientale dell’organismo ecclesiastico delineando a livello di massima le soluzioni e le strategie di ecocompatibilità da approfondire nelle successive fasi.
La forma circolare della struttura permette un’ottimizzazione del rapporto fra volumi e superfici, minimizzando le dispersioni energetiche. Per la stessa finalità lo sviluppo della vela di copertura sarà maggiore sul fronte sud e minore sul fronte nord; la stessa avrà inoltre la funzione di creare un cappotto di isolamento continuo per l’intera struttura.
Il pozzo di luce troncoconico fungerà, nel periodo estivo tramite l’apertura automatica del lucernario, da 'camino ventilante' determinando la fuoriuscita dell’aria più calda e l’ingresso di aria fresca prelevata dal livello seminterrato tramite griglie di areazione con apertura automatizzata.
Le superfici trasparenti verranno inserite nel manto di copertura prevalentemente sul fronte sud in modo da rendere possibile nella stagione estiva, in corrispondenza di una maggiore altezza del sole sull’orizzonte, un completo ombreggiamento tramite frangisoli fissi e nel periodo invernale l’ingresso della radiazione solare e il riscaldamento passivo degli ambienti interni.
La tipologia di vetrata sarà scelta in funzione del fronte di orientamento, basso emissivo sul fronte nord e sud, e selettivo a controllo solare per i fronti est ed ovest per evitare i fenomeni di surriscaldamento estivo.
Ad integrazione del riscaldamento passivo durante il periodo invernale, è prevista l’installazione di un sistema di riscaldamento a pavimento a bassa inerzia termica tale da permettere un funzionamento discontinuo centrato negli orari di effettivo utilizzo della struttura. Questo sarà alimentato tramite caldaia ad alta efficienza (condensazione a metano o pompa di calore aria/acqua elettrica) con integrazione da solare termico.
Nello sviluppo del progetto si procederà ad eseguire un’analisi atta ad una valutazione quantitativa e all’ottimizzazione di tali strategie di climatizzazione passiva.
Per l’illuminazione delle zone interne ed esterne della chiesa è previsto l’impiego di un sistema basato su LED ad alta potenza.
Tale tecnologia permetterà un risparmio energetico ed economico garantendo al contempo una migliore qualità cromatica della luce emessa e rendendo possibile una gestione programmata e automatizzata di scenari luminosi che accompagneranno l’alternanza dei momenti di contemplazione visiva a quelli di raccoglimento spirituale.
In alcune parti di copertura esposte a sud sarà completamente integrata una pellicola fotovoltaica a film sottile che, oltre ad avere un impatto ambientale nella fase di produzione decisamente minore rispetto ai pannelli al silicio, permetterà grazie alla sua caratteristica flessibilità di seguire le sinuosità del manto di copertura senza creare discontinuità.
I materiali da impiegare (coperture, strutture portanti, isolanti, finiture) saranno oggetto di approfondita analisi LCA del ciclo di vita (produzione - trasporto - uso - riciclo - riuso o dismissione) al fine di individuare le soluzioni che coniughino alle esigenze architettoniche la più elevata performance ambientale.